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PAPA PAOLO III FARNESE CON I NIPOTI - Tiziano (Pope Paul III Farnese with grandchildren - Titian)

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PAOLO III FARNESE CON I NIPOTI (1546) 
Tiziano Vecellio (1490 circa-1576)
Museo Nazionale di Capodimonte - Napoli
Olio su tela cm 210 x 174
     
Prendendo spunto da un ritratto di Leone X dipinto da Raffaello, Tiziano rappresenta il papa con i nipoti Alessandro e Ottavio. L'anziano pontefice, ossuto e ingobbito, lancia uno sguardo di acuta arguzia a Ottavio, che si sta producendo in un inchino.
La tecnica rapida, abbozzata, in qualche particolare incompiuta, dà I'impressione dell'intrigo, dell'atmosfera soffocante. 
Il colore è sempre più ricco, pastoso, con un predominante tono di rosso: secondo una massima ripetuta da Tiziano, chi vuole diventare pittore deve conoscere tre colori: il bianco, il rosso, il nero "e averli in man".

L'anziano pontefice Paolo III è ritratto seduto entro uno studio e davanti a un grande drappo rosso sollevato.  Con la lunga barba bianca e le spalle ricurve dalla vecchiaia, egli osserva con aria sospettosa uno dei due nipoti raffigurati. Si tratta del giovane Ottavio Farnese che con fare ossequioso s'inchina davanti al pontefice. 
In posizione retrostante e dal lato opposto è l'altro nipote, il cardinale Alessandro Farnese, per il quale Tiziano eseguì almeno un altro ritratto.

Il dipinto risale al soggiorno romano di Tiziano: l'artista era giunto a Roma nell'ottobre del 1545 inviato dalla famiglia Farnese di cui aveva già ritratto alcuni componenti. 
La tela, intrisa di colori e luci tipici del gusto veneto del primo Cinquecento, mostra una pennellata libera e sfrangiata, talvolta appena abbozzata: uno stile che risulta particolarmente caro all'artista nelle opere della tarda maturità.
  
Ritratto di Leone X e i cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi 1518 - Raffaello - Galleria degli Uffizi a Firenze
Olio su tavola cm 155,2 x 118,9
   
La tela di Capodimonte s'inserisce tra i molteplici ritratti che Tiziano realizzò in questo periodo e di cui questo ritratto di Paolo III costituisce senza dubbio il più celebre, anche per quel carattere innovativo del ritratto a più figure, già presentato da Raffaello nel Ritratto di Leone X e i cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi (Firenze, Uffizi), che lo precede di circa un trentennio. 
La tradizione seguita da Tiziano è quella del ritratto ufficiale che prevede una tipologia rappresentativa specifica: alla figura intera o di tre quarti in posa ufficiale si associa un ambiente per lo più scarno in grado di non distogliere lo sguardo dell'osservatore.

Riferisce il Vasari che appena giunto a Roma Tiziano mise mano al Ritratto di Paolo III con i nipoti Alessandro e Ottavio, commissionatogli dallo stesso pontefice. 
Conservato inizialmente presso il Palazzo del Giardino di Roma, una volta estinta la famiglia Farnese passò al Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli. 
In una lettera del 1547 che il Vasari scriveva a Benedetto Varchi si legge che il quadro era talmente bello da ingannare coloro che lo osservavano da lontano e, credendolo vero, lo riverivano.





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