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MAOMETTO . Mohammed . Mahoma . מוחמד . محمد . Мухаммед . Maomé . モハメッド . 穆罕默德 . Muhammad

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Nascita del Profeta (Miniatura persiana)
 UN UOMO DELLA MECCA

LA NASCITA

La tradizione ammanta di mistero e di meravigliosi prodigi la nascita del Profeta di Allah: si racconta che l'apparizione di una stella nel cielo I'annunciò agli ebrei dell'oasi di Yathrib, la futura Medina, e che i magi della Persia, seguaci di Zarathushtra, videro spegnersi il fuoco sacro che bruciava nel loro tempio da più di mille anni...

Nel Vangelo secondo Giovanni, Gesù annuncia la venuta di un parakletos, termine greco che significa intercessore, difensore, e nelle intenzioni dell'Evangelista indica lo Spirito Santo. Ma i musulmani leggono periklitos, ovvero "il più lodato", che in arabo si dice Muhammad. Il Corano afferma perciò che la nascita di Maometto (a fronte in una miniatura persiana) sia stata annunciata dai profeti che lo hanno preceduto.

Si racconta inoltre che la notte della nascita di Maometto il cielo fosse illuminato da una luce
così intensa che sua madre, Amina, poteva vedere suq di Damasco come in pieno giorno. In realtà, nessuno, neppure suo nonno, conosce la data esatta della nascita di Maometto. Si sa soltanto che nasce nell'anno dell'Elefante, chiamato così perché il viceré abissino dello Yemen marcia verso la Mecca con una grande armata in cui c'è anche un elefante. Gli studiosi ritengono che si tratti del 570 o 571.


Quando nasce, Maometto è già orfano di padre. Il nonno paterno lo accoglie e lo affida a una nutrice del deserto


Notte della nascita del Profeta: gli angeli attorniano la Kaaba
e la contrassegnano con tre vessilli (Miniatura persiana)

Abd Allah non ha la gioia di veder nascere suo figlio. Muore qualche settimana prima, durante un viaggio d'affari a Yathrib, trecentocinquanta chilometri a nord ovest della Mecca. Lascia ben poco in eredità alla vedova: una schiava, cinque cammelli e alcune pecore. Amina chiede aiuto al suocero, Abd al-Muttalib, capo del potente clan degli Hashim.
Maometto non vivrà a lungo con la madre, nella casa del nonno vicina alla Kaaba. 
Secondo l'usanza, la testolina del neonato viene rasata e i capelli posti sul piatto di una bilancia: il loro peso in oro sarà distribuito ai poveri.
Certo, i capelli di un neonato non pesano molto, ma così vuole la tradizione.  Di solito, i figli dei notabili della Mecca sono affidati a una nutrice presso qualche tribù di nomadi nel deserto. Nel deserto, l'aria è più salutare e i bambini crescono sani e forti, ma le ragioni profonde di questo allontanamento sono di carattere sociale: il bimbo diventa in questo modo fratello di latte di un altro bambino della tribù, e secondo il codice beduino i  fratelli di latte sono come i fratelli di sangue. 
Ancora oggi, le donne beduine più povere vanno alla Mecca in cerca dei figli dei cittadini più ricchi da tenere a balia. Così migliorano le loro condizioni di vita e, soprattutto, stringono legami con i figli di latte, che da grandi saranno uomini importanti.

La nutrice di Maometto è una certa Halima, del clan dei Saad, che porta con sé il piccolo nella regione montuosa vicino a Taif, dove, quando sarà cresciuto, porterà le pecore al pascolo in compagnia del fratello di latte.


La sorte si accanisce contro il piccolo Maometto:  nell'arco di due anni scompaiono le persone cui è più teneramente attaccato


Halima allatta Maometto (Miniatura persiana)

Quando torna dal deserto, Maometto ha sei anni. Con la madre si trasferisce allora a Yathrib. 
È una piccola carovana quella che marcia verso l'oasi: cinque cammelli, una schiava di nome Umm Ayman, il bambino e la madre. A Yathrib, per un bambino che arriva dalla Mecca, ci sono tante cose da scoprire. Il cibo è molto più abbondante, e poi ci sono alberi, piante, persino un laghetto in cui fare il bagno. Ma la gioia di Maometto sarà breve.
Poco tempo dopo l'arrivo nell'oasi, la madre muore. Ora Maometto è solo. Umm Ayman lo riporta alla Mecca, nella casa del nonno.
Abd al-Muttalib è ormai un venerabile vegliardo di quasi ottant'anni. Ben presto il piccolo Maometto si affeziona profondamente al vecchio nonno. Due anni dopo, la morte spezza anche questo legame. A otto anni, Maometto non ha più parenti in linea diretta, e tocca ai membri collaterali del clan occuparsi di lui. Lo accoglie uno zio paterno, Abd Manaf, che dopo la morte di Abd al-Muttalib ha preso il comando del clan.
Il tutore di Maometto è più conosciuto col nome di Abu Talib: gli arabi amano talmente i figli che spesso un uomo porta il nome del figlio maschio, preceduto da Abu, che significa "padre di". Lo zio di Maometto è un commerciante abile e onesto, la sua famiglia è molto numerosa, non è povero ma non può neppure dirsi benestante.


A Bosra, in Siria, un monaco cristiano di nome Bahira è il primo a riconoscere in Maometto il futuro Profeta, "l'inviato di Dio"


Abd al-Muttalib e Abu Talib arrivano alla scuola di Maometto
in seguito alle sue lamentele verso l'insegnante (Miniatura persiana)

Abu Talib porta spesso con sé il nipote, nei lunghi viaggi delle carovane attraverso il deserto. Un giorno, giungono a Bosra, famosa città cristiana, con una bella cattedrale. Nel 543, l'imperatrice Teodora, moglie di Giustiniano, vi ha insediato un vescovo. La carovana si ferma vicino a un eremo, in cui vive un monaco di nome Bahira. La carovana ha sostato altre volte in quel luogo, ma il monaco non è mai uscito dalla sua cella. Questa volta, però, la presenza di Maometto spinge l'anacoreta a parlare con i carovanieri. Li invita persino a dividere il suo pasto. In sogno ha visto avvicinarsi una carovana di cammelli, e uno dei cammellieri aveva un'aureola e una nube che fluttuava sul suo capo. Guardando Maometto, Bahira riconosce in lui il cammelliere della sua visione: 
"Tu sei l'inviato di Dio, il Profeta annunciato dal libro sacro, la Bibbia".
Al momento di separarsi, il monaco raccomanda ad Abu Talib di avere molta cura del bambino:
"Torna con lui nel tuo paese e guardati dagli ebrei, perché, se vedono in lui quello che io ho
riconosciuto, tenteranno di fargli del male".
Il monaco ha visto giusto, salvo il fatto che non è dagli ebrei che Maometto dovrà difendersi,
ma dal suo stesso popolo. Per il momento, è soltanto un adolescente che gioca volentieri con il cugino Alì, uno dei figli di Abu Talib. Uno dei loro passatempi preferiti è di accompagnare le carovane alla fiera di Okaz. 


Alla fiera di Okaz, Maometto scopre che nel deserto la parola vale più dell'oro


Maometto adolescente riceve il saluto del monaco Bahira, a Bosra (Miniatura persiana)

Il suq di Okaz, a pochi chilometri dalla Mecca, è il mercato più famoso d'Arabia. In nessun'altra parte del mondo, si trovano così tante merci. Non è raro che un re dello Yemen vi invii una spada o un cavallo di razza, perché li acquisti "l'arabo più nobile". Allora si costruisce un palco, dove affluiscono i compratori. Ognuno espone in versi il motivo per cui si ritiene il più nobile: è chiaro che la tribù che ha il poeta migliore ha più possibilità di vincere. La folla assiste con passione e assegna la vittoria. 
La competizione poetica, la mufakhara, non serve solo da stimolo agli acquisti; a Okaz si affrontano, in una sfida leale, tutti i poeti arabi. I vincitori sono letteralmente venerati. Le loro
composizioni, le qasida, trascritte in lettere d'oro su seta nera, restano esposte nel recinto del santuario per un anno, così che tutti possano leggere e apprendere i versi. 
Le poesie premiate si chiamano muallaqa, le "appese" per l'appunto.

In questa fiera singolare, Maometto comprende che per gli arabi la parola vale più dell'oro. I palazzi costruiti sulla sabbia sono andati distrutti, come a Palmira; un giorno le città diventeranno rovine, ma la parola è magica.
Potente e invisibile come il vento tra le dune, la Parola trasforma e distrugge. Il verbo è divino. Maometto non lo dimenticherà mai.


Maometto sposa Khadigia: da giovane povero diventa un uomo ricco e potente

Maometto e Khadigia. Miniatura (Storia dei Profeti)

Sembra che, a causa della sua povertà, Maometto sia rimasto celibe più a lungo di quanto usasse nel suo ambiente. Nella società beduina il matrimonio tipico è quello tra i cugini, ma Maometto chiede invano allo zio Abu Talib la mano della cugina Umm Hani. Tuttavia, ben presto la sorte gli sarà favorevole. Una donna lo nota. Si chiama Khadigia, figlia di Khowaylid; è vedova ed è stata sposata due volte. 
Molto ricca, Khadigia è indipendente, dirige da sola gli affari e le sue carovane sono considerate le più importanti della Mecca. Per condurle in Siria, sceglie Maometto come uomo di fiducia. Khadigia se ne innamora, e vuole sposarlo. Il progetto presenta notevoli difficoltà: innanzitutto, lei ha quasi quarant'anni e lui venticinque, e inoltre lei è molto ricca mentre lui è poverissimo. Il clan di Khadigia si opporrà certamente alle nozze. 
Intanto, malgrado gli approcci della donna, Maometto non capisce che lei vuole sposarlo, lui, suo semplice dipendente!
Khadigia ricorre allora a un'intermediaria, Nafissa bint Munya, la quale spiega chiaramente al giovane che la sua padrona lo vuole per marito. Maometto accetta e nel 595 si celebra il matrimonio.

Nel clan di Khadigia, Maometto conosce alcuni asceti molto pii, tra cui Waraqa ibn Naufal, nipote della moglie. Questi è molto sapiente, sa tradurre il Vangelo dal siriaco in ebraico e in arabo. E' un hanif , ovvero tendenzialmente monoteista, benché non aderisca né all'ebraismo né al cristianesimo.


Un'ombra turba la tranquilla felicità di Maometto: Khadigia non gli dà figli maschi


Riunione di giovani alle porte della città (Miniatura di Yahya al-Wasiti)

Da parente povero di una famiglia illustre, costretto a guadagnarsi da vivere al servizio degli altri, Maometto è diventato una persona importante, che può condurre un'esistenza tranquilla, senza più preoccupazioni economiche.
Eppure, ancora una volta, la sorte è contro di lui. Zaynab, Ruqayya, Fatima e Umm Kulthum: la moglie di Maometto mette al mondo soltanto femmine. Per la verità, sono nati anche alcuni maschietti, ma sono morti giovanissimi. E per gli arabi non avere eredi maschi è un grave disonore, tanto più che la consuetudine permette una poligamia quasi illimitata. 
Un uomo ricco, poi, può facilmente acquistare schiave giovani e belle. Ma Maometto è legato a Khadigia e le sarà fedele finché lei vivrà. Piuttosto che prendere un'altra moglie, preferisce adottare due ragazzi: il giovane cugino Ali, figlio dello zio Abu Talib, i cui affari vanno sempre peggio, e un certo Zayd, uno schiavo da lui affrancato, originario di una tribù di Kalb, fortemente cristianizzata.



Il nome di Maometto in calligrafia gigante (India)

* La leggenda circonda la nascita di Maometto di avvenimenti prodigiosi. Gli angeli volavano intorno alla Kaaba e scagliavano pietre ai ginn che spiavano tutto quello che accadeva nell'universo. Non ci fu bisogno di tagliare il cordone ombelicale al neonato, perché la Provvidenza lo aveva già reciso. Gli angeli lo lavarono, e le donne che assistevano la madre lo trovarono lindo e puro come il cristallo. Si narra ancora che, con grande sorpresa di Abd al- Muttalib, si scoprì che il piede del piccolo lasciava sulla Pietra nera della Kaaba la stessa impronta del piede di Abramo.

* Insieme ad Halima, altre dieci donne del suo clan erano andate alla Mecca per cercare dei bimbi da allattare. Tutte trovarono un bimbo, tranne Halima, che aveva poco latte. Quando le presentarono Maometto, sbottò: "Un orfano! E senza denaro!" Ma, dopo aver consultato il marito, decise di accettarlo, e, appena offrì il seno al piccolo, ecco che il latte fluì abbondante come dalla più fertile delle nutrici.

* La condizione di orfano influenzò fortemente il Profeta che, secondo la tradizione musulmana, predicò sempre il rispetto per i genitori, in particolare per la madre, e l'amore per i bambini. Narra al-Bukhari che una volta un fedele, vedendolo baciare con affetto il nipotino, esclamò: "Io ho dieci figli e non ne ho mai baciato uno"- L'Inviato di Dio lo guardò e gli rispose: "Chi non sente affetto, non riceverà affetto".

* Secondo lo storico arabo Ibn Hisham, vissuto nel IX secolo, il monaco Bahira volle avere da Maometto la conferma della veridicità della sua visione profetica:
"Interrogò l'inviato di Dio su ciò che provava durante il sonno o da sveglio. L'inviato di Dio rispose. Bahira trovò le risposte conformi alle aspettative. Poi gli esaminò Ia schiena e trovò fra le sue spalle il segno della profezia..."

* La leggenda dell'incontro di Maometto e Bahira è riportata dallo storico Ibn Hisham, morto verso l'833, e allievo di Ibn Ishaq, morto nel 768. Solo cent'anni dopo la scomparsa del Profeta si comincia infatti a ricostruire la Sira, cioè la sua biografia. Più tardi lo storico Tabari, morto intorno al 923, continuerà la loro opera. I biografi dovettero verificare migliaia e migliaia di hadith, i racconti orali tramandati da quattro o cinque generazioni.
Non c'è da stupirsi perciò se il racconto della vita di Maometto alla Mecca ci sia giunto in versioni diverse, a volte addirittura contraddittorie.
Quando si interroga su questo argomento un musulmano religioso, di solito risponde: 
"Tu dici bene, ma Dio solo lo sa".

* La "Assemblea di giovani alle porte della città"è un'illustrazione tratta da una maqama di al-Hariri, che ricorda la spensieratezza dei giovani della Mecca, poco inclini ad ascoltare le austere prediche di Maometto.

I n epoca preislamica, Ie fiere sono l'occasione per grandi feste e per gare poetiche, durante le quali i poeti declamano i loro versi. La poesia è di una duttilità e ricchezza veramente notevoli, anche perché la metrica e la rima dei versi sono molto rigorose, basate sull'alternanza di sillabe lunghe e brevi. La costruzione generale dell'opera poetica è valutata meno della perfezione di un sol verso, dal ritmo finemente cesellato.

* La tradizione mussulmana ricostruisce così i ricordi di Nafissa bint Munya che, per conto di Khadigia, sonda le intenzioni di Maometto: 
- Cosa ti impedisce di sposarti?
- Mi rispose: Non possiedo di che mantenere una famiglia.
- E io: E se trovassi una donna che ha denaro per due? Se lei ti offrisse la bellezza, la ricchezza, una posizione onorata e agiata, tu accetteresti?
- Chi è questa donna?
- Khadigia.

* Quando la carovana rientrò alla Mecca, Khadigia, guardando la piazza, notò che Maometto, sul cammello al centro della carovana, era riparato dall'ardore del sole da una nuvola. Non disse nulla, ma tre rimase colpita [...].
Khadigia, donna con grandi dcchezze, era stata chiesta in moglie da molti personaggi. Fece chiamare Maometto e gli disse:
'Sai che sono una donna importante e che non ho bisogno di un marito; ho detto di no a tutti [...]. Ma ho molti beni che possono esser dissipati e ho bisogno di qualcuno che ne prenda cura. Ho messo gli occhi su di te, perché tì trovo onesto e tu ti prenderai cura di quel che posseggo"'.

* Tabari - Vita di Maometto)

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