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CORANO - Quran - Koran - القرآن‎

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IL CORANO

È il libro sacro dell'Islamismo contenente le rivelazioni che, secondo i Musulmani, Maometto (570-632) avrebbe ricevuto da Dio, attraverso l'angelo Gabriele. Esso è quindi dai Musulmani considerato diretta parola divina, e non già personale composizione del Profeta.
Il Corano (che significa ''lettura'',- "testo da recitare") si compone di 114 capitoli (sure), ognuno formato di un vario numero di versetti in prosa ritmata.
Le sure coraniche si dividono in due gruppi, meccane e medinesi, secondo che l'epoca di composizione di ognuna di loro risale al periodo iniziale della predicazione di Maometto, vivente ancora alla Mecca, o a quello susseguente all'Egira (622) quando il Profeta si trasferì a Medina e divenne capo della comunità politico-religiosa che ivi si formò sotto di lui. 
I due gruppi presentano notevoli differenze di contenuto e di stile: le meccane, più antiche, e in genere più brevi, riflettono l'agitato primo manifestarsi dei concetti e dei sentimenti fondamentali della esperienza religiosa di Maometto: proclamazione dell'assoluta unità e onnipotenza di Dio creatore, suoi rapporti col genere umano, vicina e catastrofica fine del mondo, premi e pene che ne conseguiranno ai credenti e agli infedeli. 
Ai credenti che saranno giusti è annunziato un paradiso pieno di gioie materiali.
E giusti sono coloro che non hanno avarizia, né malvagità, né orgoglio, né incontinenza, né menzogna, che praticano la modestia, la pazienza, la carità, che compiono le pratiche del culto con preghiere, abluzioni e pellegrinaggi sacri, che diffondono la nuova legge nel mondo anche con le armi. 
Tutto ciò è "esposto in queste suremeccane in modo commosso, per immagini, più che per concetti.
Le sure medinesi, invece, con un graduale trapasso, finiscono col presentare un vivo contrasto con le meccane: concepite in tono discorsivo, edificante e catechistico, contengono lunghi sermoni esortatori alla fede, narrano storie di profeti Ebrei e di fantastici profeti preislamici, prescrivono norme di culto, di diritto, di convivenza sociale. 
Non è facile per un Europeo penetrare nello spirito del Corano e ,apprezzarne il contributo da esso portato alla religiosità umana. Anche superata la prima impressione di un caotico disordine, di una faticosa ripetizione di ammonizioni, di precetti morali... resta l'impressione che Maometto non abbia fatto se non conglobare, spesso alterandoli, elementi di dogmatica, culto, morale giudaici con altri cristiani,.e qualche
superstite relitto di paganesimo arabo. Maometto ha saputo, invece imprimere un suo accento personale a quegli elementi stranieri e dar loro una forma araba per gli Arabi in cui i suoi connazionali sentirono subito qualcosa di profondamente umano e allo stesso tempo di nazionalmente congeniale.


Precetti del Corano

Il Corano contiene massime di carattere religioso-rituale che regolano e guidano la vita del credente: ci sono norme per il digiuno, per I'elemosina, per la preghiera e per il pellegrinaggio alla Mecca, che il Musulmano deve compiere almeno una volta nella vita. E ancora ci sono versetti che invitano a credere nella vita futura, nei premi e nei castighi per i buoni e per i cattivi, e, soprattutto, frequentissimi e numerosissimi, quelli che incitano alla guerra contro gli Infedeli. 


CONSIGLI PER LE PREGHIERE, PER LE ELEMOSINE, PER IL PELLEGRINAGGIO ALLA MECCA

O voi che credete, quando vi accingerete alla preghiera, lavatevi il viso e le mani fino al gomito, stropicciate, con la mano bagnata la testa e i piedi sino ai malleoli. Se sarete in stato di impurità legale, purificatevi: però, se sarete ammalati o in viaggio, ...€ non troviate acque, fate la purilicazione pulverale, con sabbia fina e pulita, strofinando con essa il vostro
viso e le vostre mani; Dio non vuole imporre a voi alcun gravame, bensì vuole purificarvi e rendere completa la sua grazia, verso di voi... (Sura v, 8-9).

Quando voi uscirete in campo contro i miscredenti, non sarà peccato per voi abbreviare la preghiera, qualora temiate che quelli vi sorprendano; i miscredenti, infatti sono, per voi, un nemico manifesto. (Sura IV, 102).

Quando avrete terminato la preghiera, menzionate Dio, in piedi, seduti o reclinati di fianco: appena sarete sicuri di non essere assaliti, fate la preghiera, perché la preghiera è, per i credenti, una prescrizione da osservare a tempo fisso. (Sura IV, 104).

Erogate del vostro avere per la causa di Dio e non vi gettate da voi nella rovina: fate il bene, perché Dio ama i benefattori. (Sura II, l9l).

Compite il pellegrinaggio e la visita ai luoghi sacri in onore del Dio (La Mecca) però se siete trattenuti da nemici, inviate ciò che vi riesce possibile inviare di offerte... Quando però siate al sicuro dai nemici, chi riunirà la visita al pellegrinaggio, farà quell'offerta che gli riuscirà possibile... (Sura II, 192).


GLI OBBLIGHI DEL MUSSULMANO

La pietà non consiste in ciò che voi rivolgiate il viso verso Oriente o Occidente, bensì la pietà è in colui che crede in Dio, nel giorno estremo, negli angeli, nel Libro (il Corano) e nei profeti e dà del suo avere per amore di lui ai.parenti poveri, agli orfani, ai bisognosi, al viaggiatore, ai supplicanti, e per riscattare i prigionieri, che osserva la preghiera, che fa I'elemosina e in quelli che mantengono il loro impegno, quando l'hanno preso, che sono pazienti nelle avversità e nel tempo dell'angoscia; quelli sono i sinceri, e quelli sono i timorati di Dio. (Sura II, l7).


L'ABBANDONO DI DIO (ISLÀM)

Se Dio vi soccorrerà, nessuno potrà vincervi, ma se egli vi abbandonerà, chi vi soccorrerà, dopo che egli vi avrà lasciato? In Dio, quindi, confidino i credenti. (Sura III, 154).

Né considerate quelli che sono stati uccisi nella via di Dio, come morti: no, essi sono vivi, presso il loro Signore e sono ben mantenuti. (Sura III, 163).

In verità, se venite uccisi o morite nella via di Dio, sappiate che perdono da parte di Dio e misericordia sono certamente migliori delle ricchezze che accumulate. (Sura III, 151).


ANNUNCIO DEL GIORNO DEL GIUDIZIO E DEI PREMI E DEI CASTIGHI

Quando il cielo si fenderà,
quando gli astri saranno dispersi,
quando le acque dolci e quelle salate si mescoleranno,
quando le tombe verranno sconvolte,
ogni anima conoscerà ciò che avrà fatto o omesso di fare. (Sura LXXII,2-6).

Ma, in verità, su di voi sono dei guardiani
illustri, che notano le vostre azioni,
e che sanno quello che voi fate.
Certo i giusti saranno in un luogo di delizie,
mentre, per certo, gli empi saranno nella gehenna (inferno);
vi entreranno, per bruciare in essa, il giorno del Giudizio,
né potranno sottrarvisi.
Che ti potrà far comprendere che cosa sia il giorno del giudizio? (Sura LXXXII, 11-18).


LA SEDE DEI CREDENTI PREMIATI

La descrizione del paradiso, che è stato promesso ai timorati di Dio, è questa: in esso sono fiumi di acqua incorruttibile, fiumi di latte, il cui gusto non cambia, e fiumi di vino delizioso, per coloro che lo bevono.
Inoltre fiumi di miele depurato; essi avranno pure, in quello, ogni specie di frutti, e indulgenza da parte del loro Signore. Saranno essi come colui che dovrà rimanere eternamente nel fuoco e ai quali verrà dato da bere acqua caldissima. (Sura XLVIII, 16-17).

Dio ha promesso ai credenti e alle credenti giardini, sotto i quali scorrono fiumi e in cui rimarranno in eterno e abitazioni buone, nei giardini delI'Eden: però la soddisfazione di Dio è la maggior ricompensa: quella è la grande felicità. (Sura IX; 73).


INCITAMENTO ALLA LOTTA CONTRO GLI INFEDELI

Combattete nella via di Dio contro quelli che vi faranno la guerra, però non eccedete, perché Dio non ama quelli che eccedono.
Uccideteli, quindi, ovunque li troviate e scacciateli da dove essi vi avranno cacciati, poiché la discordia civile è peggiore della strage in guerra; però non li combattete presso il tempio sacro, a meno che essi vi attacchino; uccideteli, tale è la ricompensa dei miscredenti. (Sura II, 186-187).

O voi che credete, quando incontrerete quelli che non credono in marcia contro di voi, non volgete ad essi le spalle per fuggire.
Chiunque, in quel giorno, volgerà ad essi le spalle, salvo che si tragga in disparte per combattere, o si unisca ad un'altra parte delle truppe, incorrerà nella collera di Dio: sua dimora sarà la gehenna, e ben triste è tal luogo d'arrivo (Sura VIII, 15-16).

O voi che credete, quando incontrate un'armata nemica, siate fermi, e menzionate ripetutamente il nome di Dio, affinché possiate avere successo. (Sura VIII, 47).

Combattete contro quelli che non credono in Dio, né nel giorno estremo, e non considerano proibito quel che proibisce Dio e che non professano la religione della verità. (Sura IX, 29).

Uscite in campo, armati leggermente e pesantemente, e combattete, colle vostre sostanze e con le vostre persone, nella via di Dio: ciò è meglio per voi. (Sura IX, 41).

Per i deboli, per gli ammalati e per quelli che non trovarono cosa alcuna da dare in elemosina, non sarà peccato se non andranno alla guerra, purché siano sinceri verso Dio e il suo apostolo: non vi sarà luogo a rimprovero contro quelli che fanno il bene. Dio è indulgente e misericordioso.
E neppure contro quelli, ai quali, quando vennero da te perché li portassi, su cavalcature, alla guerra, tu dicesti: "non trovo cavalcature su cui caricarvi" e che quindi se ne tornarono, mentre i loro occhi versavano lagrime per il dolore di non poter trovare di che dare per la spedizione.
Motivo di biasimo esisterà solo per quelli che ti chiederanno l'esenzione, pur essendo ricchi, e preferiranno essere di quelli che rimangono indietro. (Sura IX, 92-93-94).

Non occorre che i credenti escano in campo, tutti assieme; se una porzione di ogni reparto di essi non esce in campo, ciò avviene perché essi - quelli che rimangono - si possano istruire nella religione, e così ammonire la loro gente, al loro ritorno fra di essi, affinché essi stiano in guardia. (Sura IX, 123).

Non vi sarà colpa per il cieco, non vi sarà colpa per lo zoppo, non vi sarà colpa per I'ammalato, se non partiranno per la guerra; e chi ubbidirà Dio e il suo apostolo, Dio lo introdurrà in giardini sotto i quali scorreranno fiumi: chi invece volgerà le spalle, egli lo castigherà con un castigo doloroso. (Sura XLVIII, 17).


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