VAMPIRI DI TUTTO IL MONDO
Cause e rimedi variavano da regione a regione
I viaggiatori che percorrevano le zone più remote della Transilvania, nel XVI secolo, ne facevano ritorno recando con se strane e orribili storie di creature che non erano né viventi né morte, che lasciavano i loro rifugi, la notte, per nutrirsi con sangue umano.
Questi mostri avevano diversi nomi vurculac, wampyr e, infine, vampiri.
Benché di creature simili vi fosse traccia già nella mitologia greca, romana ed ebraica, la storia dei vampiri è stata scritta quasi interamente nell'Europa orientale, tra Carpazi, Transilvania e Valacchia.
Due concetti stanno alla radice del mito dei vampiri: primo, che gli spiriti maligni possono impadronirsi del corpo di un morto e adoperarlo per i loro malvagi scopi; secondo, che l'anima di un individuo considerato troppo perverso per poter entrare nel regno dei morti può continuare ad abitare nel proprio corpo, trasformandolo in vampiro.
La mitologia vampiresca è notevolmente particolareggiata e specifica. I vampiri della specie transilvana, ad esempio, possono essere riconosciuti dal loro aspetto macilento e dalla loro pallida complessione. E ancora: i vampiri hanno labbra piene e rosse, denti canini aguzzi, sguardo ipnotico negli occhi scintillanti, unghie lunghe e appuntite, sopracciglia unite e peli sulla palma delle mani.
Hanno un alito velenoso, e la dieta a base di sangue li arricchisce di una forza sovrumana, nonostante il loro aspetto emaciato.
Le storie di vampiri abbondano di particolari.
Quelli trovati in Bulgaria possedevano una sola narice, mentre la varietà bavarese dormiva con I'occhio sinistro aperto e i pollici intrecciati, ed era ritenuta responsabile della peste bovina.
I vampiri della Moravia usavano gettar via il sudario e aggredire nudi le loro vittime, mentre quelli albanesi portavano calzature coi tacchi alti.
I brasiliani, poi, avevano i piedi felpati, il che probabilmente spiegava il loro passo vellutato.
Il vampiro cinese, secondo i cronisti, ricavava la sua forza dalla luce lunare, mentre la specie americana, localizzata sulle Montagne Rocciose, succhiava il sangue col naso dalle orecchie delle vittime.
I vampiri messicani si potevano invece riconoscere dal loro cranio lucido e nudo.
I racconti sui poteri dei vampiri variano da paese a paese. Ma dappertutto il mostro è considerato capace di assumere una quantità di forme animali diverse, come quella di pipistrello o di lupo, con potere di controllo su tutte le creature della notte.
I metodi per combattere i vampiri sono tanto numerosi quanto le loro specie. In Romania, alcuni pensano che il giorno migliore per affrontarli sia il sabato, quando essi perdono il potere di lasciare la tomba. Per annientarli, bisogna versare un secchio di acqua bollente in un buco che si troverà accanto alla tomba stessa: l'esistenza di questo buco, assicurano gli esperti romeni, costituisce un indizio sicuro che essa è occupata da un vampiro.
Gesso e acqua benedetta
Altri sostengono che i vampiri possono essere scoraggiati spargendo gesso e acqua benedetta, ma quelli che preferiscono metodi più diretti consigliano di infiggere un palo di ferro o di legno nel cuore delle malvagie creature che, durante il giorno, riposano tranquillamente nella tomba. Per essere poi assolutamente sicuri di averle annientate, la cosa migliore da fare è quella di tagliare la testa del vampiro con una vanga da becchino, e riempire di aglio la bocca del cadavere.
Si dice che i raggi del sole siano fatali ai vampiri; anche un crocefisso è ritenuto un ottimo deterrente, soprattutto se intrecciato all'aglio.
Nell'Europa orientale, per cercare la tomba di un vampiro si seguiva un complicato rituale: un ragazzo vergine, a cavallo di uno stallone nero e anch'esso vergine, veniva spinto attraverso il cimitero; la prima tomba che faceva fermare e arretrare il cavallo era sicuramente quella di un vampiro.
Le origini dei vampiri variano considerevolmente da paese a paese. Per le tradizioni romene, se un vampiro getta un'occhiata su una donna incinta, ci sono forti probabilità che il neonato diventi a sua volta un vampiro. Lo stesso accadrà di un cadavere sul quale un gatto sia saltato, o il corpo di un morto la cui ferita non sia stata sterilizzata con acqua calda.
Ma il metodo di gran lunga più usato per unirsi al clan dei vampiri è quello di diventarne una vittima. Una volta che il visitatore notturno si è bevuto il sangue della preda umana, questa muore e, a sua volta, è condannata a esercitare la nobile arte vampiresca.
Si dice che in Serbia, nel 1727, un contadino di nome Anton Paole sia caduto da un carro rompendosi il collo. Da allora, i suoi vicini dichiararono che Paole aveva cominciato a penetrare nelle loro case durante la notte, e che tutti quelli da lui visitati nel villaggio poco dopo morivano. Il corpo di Paole allora fu esumato, e il suo sudario venne trovato letteralmente inzuppato di sangue. Il cadavere venne bruciato dagli abitanti del villaggio, e le sue ceneri disperse nel vento.
Verso la fine del XVIII secolo, il vampiro era un personaggio ideale per i racconti foschi ambientati in castelli avvolti dalla bruma. Ai primi dell'Ottocento, poi, fece la sua apparizione sulle scene. Scrittori come Alessandro Dumas imbastirono sanguinosi e agghiaccianti drammi sulle gesta di queste singolari creature.
Poi venne Bram Stoker
Nel 1897 Bram Stoker, uno scrittore irlandese relativamente poco noto, pubblicò Dracula, un racconto che divenne la più classica e indiscutibile storia di vampiri. Inevitabilmente, Hollywood ne fece un film, anzi, tutta una lunga serie.
Il primo vampiro della storia del cinema fu Bela Lugosi, che nel 1931 interpretò la parte del protagonista di un thriller imperniato sul conte assetato di sangue, e milioni di spettatori assistettero terrorizzati alle sue gesta demoniache.
Hollywood rispose alla domanda popolare di spettacolo con tutta una serie di variazioni sul tema: Il segno del Vampiro...., Il figlio di Dracula (protagonista Lon Chaney jr.)...., La casa di Franhenstein (con John Carradine come Dracula, e Boris Karloff nella parte del mostro).
Continuamente ripresentati in televisione, tutti questi film hanno assicurato a Dracula e ai suoi colleghi vampiri una sicura immortalità.