Quantcast
Channel: sauvage27
Viewing all 570 articles
Browse latest View live

G - STORIA DELL'ARTE- I grandi artisti (G - Art History - The great artists)

$
0
0
Fuga dall'Etna (1939) Renato Guttuso

I GRANDI ARTISTI

A - B - C - D - E - F - G - H - I - J - K - L - M - N - O - P - Q - R - S - T - U - V - W - X - Y - Z
(In costruzione)


GIORGIONE, Giorgio di Castelfranco (Vedi biografia)

Pittore italiano (Castelfranco Veneto 1477 - Venezia 1510).

Sulla vita di questo grande artista abbiamo pochissime notizie. 
Scolaro delGiambellino, si distaccò subito dallo stile veneto:
A Venezia lavorò comunque certamente, presso la bottega dei fratelli Bellini. Intorno al 1505 eseguì la Pala per I'altare della cattedrale di Castelfranco, verso il 1506 i Tre filosofi del Museo di Vienna, e poi la celebre Tempesta. Il suo stile esercitò una notevole influenza sui pittori veneti, cominciando da Tiziano che portò a termine alcune opere dell'Artista, scomparso prematuramente, a soli trentatré anni, per gli effetti della peste.



Pittore e architetto italiano (Colle di Vespignano 1267 -Firenze 1337).
Seguendo la via aperta da Cimabue, suo maestro, soggiornò a Roma e quindi a Firenze. Lavorò su commissione degli Scrovegni, alla cappella di Padova
Realizzò inoltre scene profane per il palazzo reale di Napoli. 
Nel 1334 fu nominato capomastro del duomo di Firenze, di cui iniziò a disegnare il campanile.


GUARDI Fancesco (Vedi biografia)

Pittore italiano (Venezia 1712-1793).
Appartenente a una dinastia di pittori e cognato del Tiepoloalla morte del padre continuò ad operare nella bottega del fratello maggiore, producendo numerose opere sacre. Nella sua maturità artistica, fu autore di celebri ''vedute'' di Venezia e piccole tele di ''capricci'', immagini ispirate alla magia della laguna. 
Soggetti comuni a quelli del Canaletto, che fanno del Guardi il più evoluto dei "vedutisti" veneziani e il rappresentante maggiore, con il Tiepolo, della pittura settecentesca.


GUTTUSO Renato

Pittore italiano (Bagheria 1912 - Roma 1987).
Partecipò molto giovane a due mostre a Milano, nel 1932 e nel 1934, e aderì successivamente al gruppo di Corrente (1940). 
È di questi anni la sua prima opera importante, la Fuga dall'EtnaÈ importante ricordare il ciclo Gott mit uns (1945), terribile testimonianza della Resistenza, poi rielaborato nel 1980. Dopo la guerra precisò la sua posizione di impegno politico e sociale, militando attivamente nel Partito Comunista italiano.



H - STORIA DELL'ARTE- I grandi artisti (H - Art History - The great artists)

$
0
0
Ruth (1835) Francesco Hayez

I GRANDI ARTISTI

A - B - C - D - E - F - G - H - I - J - K - L - M - N - O - P - Q - R - S - T - U - V - W - X - Y - Z
(In costruzione)


HAYEZ Francesco (Vedi biografia)

Pittore italiano (Venezia 1791 - Milano 1882).
Di padre francese, studiò restauro e pittura all'Accademia di Venezia. Vincitore di un pensionato artistico, prosegui nel 1809 gli studi a Roma, dove visse nell'ambiente neoclassico, godendo della protezione del Canova
A Roma lavorò per il Vaticano, quindi a Napoli per la corte di Gioacchino Murat.
Nel 1818 si stabilì a Milano, ove la sua arte si indirizzò nel campo dei ritratti e dei dipinti storici.



I - STORIA DELL'ARTE- I grandi artisti (I - Art History - The great artists)

$
0
0
La grande odalisca (1808) Ingres



I GRANDI ARTISTI

A - B - C - D - E - F - G - H - I - J - K - L - M - N - O - P - Q - R - S - T - U - V - W - X - Y - Z
(In costruzione)



INGRES Jean-Auguste-Dominique

Pittore francese (Montauban 1780 - Parigi 1867).
Dopo aver frequentato I'accademia di Tolosa, proseguì i suoi studi sotto la guida di David a Parigi. Nel 1801 vinse il Prix de Rome, ma poté recarsi in Italia solo nel 1806, dove avrebbe dimorato per ben 18 anni, approfondendo la sua cultura pittorica sui testi dei grandi quattrocentisti e in particolar modo di Raffaello
Le suggestioni italiane volgono la sua sensibilità verso un ideale di purezza formale, non disgiunto dalla vocazione eclettica della sua ricerca stilistica, tesa alI'amalgama delle fonti più diverse nel!'armonia dell'immagine. I suoi ritratti e gli splendidi nudi femminili (La grande bagnante, 1807; La bagnante di Valpinçon, 1808; La grande odalisca, 1808) sono risolti nella nitidezza compositiva di ricercatissimi arabeschi lineari e nella straordinaria vividezza degli effetti di luce e colore. 
Il raffinato linearismo e la sensibilità cromatica e luministica si compongono in una sintesi perfettamente equilibrata di elementi intellettuali e passionali. La forza polemica e di rottura del primo Romanticismo esasperò, anche sul piano delle valutazioni critiche, il contrasto tra Ingres e Delacroix, I'uno tenacemente vincolato alla grande tradizione francese, I'altro orientato piuttosto verso una chiave di solennità oratoria.
Nel 1825 fu eletto membro dell'Istituto e direttore dell'Accademia di Francia a Roma, mentre la sua ricerca pittorica si incamminava verso esiti di sempre maggiore idealizzazione (Venere Anadiomede, La sorgente, Il bagno turco) e, nel contempo, di robusta drammaticità (Apoteosi d'Omero, Martirio di San Sinforiano, Apoteosi di Napoleone, Gesù tra i dottori).

L - STORIA DELL'ARTE- I grandi artisti (L - Art History - The great artists)

$
0
0

Leda e il cigno (1505-1510) Leonardo 

A - B - C - D - E - F - G - H - I - J - K - L - M - N - O - P - Q - R - S - T - U - V - W - X - Y - Z
(In costruzione)


LEONARDO da Vinci (Vedi biografia)

Pittore, scultore, scienziato, scrittore, architetto italiano (Vinci 1452 - Amboise 1519).
Apprese la pittura e il disegno alla scuola del Verrocchioverso il 1470, e coltivò, insieme, la matematica e la musica.
Nel decennio passato a Firenze, attenderà a parecchie opere (da ricordare, almeno, le due Annunciazioni). Ma a Firenze si trattenne per poco tempo: nel 1482, Leonardo si trasferì a Milano e offrì a Ludovico il Moro i suoi servigi d'ingegnere militare, d'architetto, di scultore e di pittore. 
Iniziò la statua equestre di Francesco Sforza, decorò una sala del Castello Sforzesco, organizzò le feste a corte, disegnò il modello del tiburio del Duomo e si impegnò in lavori di idraulica e di bonifica. 
Quando Ludovico venne cacciato dai Francesi, Leonardo passò a Mantova, a Venezia, a Roma e, nel 1503, rientrò a Firenze, misurandosi con Michelangelo, nel dipinto al Palazzo della Signoria. 
Dopo aver soggiornato ancora a Milano, in veste cli consigliere di Carlo d'Amboise, si trasferì a Roma, dove s'incontrò con Raffaello. Disilluso dall'ambiente romano, nel 1516 accettò I'invito di Francesco I, che gli permetterà di trascorrere serenamente gli ultimi anni di vita nel suo soggiorno a Cloux.


LIPPI Filippino (Vedi biografia)

Pittore italiano (Prato 1457 - Firenze 1504).
Figlio di Filippo e di Lucrezia Buti, lavorò a Spoleto alla bottega del padre, quindi, alla sua morte, raggiunse Firenze, ove fu allievo del Botticelli. Verso il 1484 il Lippi completò gli affreschi di Masaccio nella cappella Brancacci della chiesa del Carmine. 
Tra il 1488 e il 1493 il Lippi fu a Roma dove nella chiesa della Minerva, per incarico del cardinale Carafa, affrescò le Sibille e le Storie di Maria e di S. Tommaso.


LIPPI Filippo (Vedi biografia)

Pittore italiano (Firenze 1406 - Spoleto 1469)
Frate nel convento fiorentino del Carmine, fu più tardi privato del titolo ecclesiastico, in seguito ad un processo, mentre era rettore di S. Quirico a Legnaia; tuttavia conservò sempre I'appellativo di "frate" e fu anche cappellano di S. Margherita in Prato dove ebbe, dalla monaca Lucrezia Buti, il figlio Filippino
Dopo aver lavorato a Firenze e a Prato, nel 1467 si trasferì a Spoleto con alcuni allievi per affrescare l'abside della cattedrale, riuscendo, prima di morire, a portare a termine la sua Incoronazione della Madonna.


LORENZETTI Ambrogio (Vedi biografia)

Pittore italiano (Siena 1290 - 1348).
Fratello minore di Pietro, non si hanno di lui che scarse e insicure notizie biografiche; la sua attività si svolse a Siena e a Firenze, dove nel 1332 si iscrisse all'Arte dei Medici e degli Speziali. Morì con tutta probabilità nella pestilenza che fu causa della scomparsa anche del fratello, di cui ignoriamo notizie biografiche attendibili.


LOTTO Lorenzo (Vedi biografia) 

Pittore italiano (Venezia 1480 - Loreto 1556).
Dopo aver assorbito il gusto pittorico dei maggiori artisti veneziani, si recò a Roma per dipingere le Stanze vaticanedovette, insieme ad altri artisti, abbandonare il lavoro quando si rivelò la prepotente personalità di Raffaello. Dopo essere tornato nel Veneto, fu a Bergamo. Lavorò inoltre intensamente per le chiese delle Marche, trascorrendo gli ultimi anni della sua vita a Loreto, dove continuò a dipingere.


LE AVANGUARDIE DELLA PITTURA (The avant-garde painting)

$
0
0

Opera rivoluzionaria in cui il ricordo delle sculture negre 
si accoppia al gusto geometrico del cubismo, 
Les demoiselles d'Avignonrivelano il disprezzo 
di Pablo Picassoper la bellezza classica

LE AVANGUARDIE DELLA PITTURA

L'Espressionismo segna una tappa fondamentale nella complessa evoluzione del linguaggio dell'arte contemporanea e un punto di non ritorno. Ormai l'espressione artistica cessa di identificarsi con la rappresentazione della realtà esterna, e diviene piuttosto un atto creativo, un gesto intensamente significativo, che dà corpo alla dimensione soggettiva dell'autore, scardinando ogni convenzione precostituita.
Questa forza travolgente dell'arte, che fa saltare tutti i meccanismi di regolamentazione del rapporto tra l'individuo e l'ambiente che lo circonda, esplica la sua azione corrosiva anche nei confronti della cultura tradizionale e dell'assetto sociale, puntando il dito contro I'automatismo del comportamento dell'uomo moderno e la ristrettezza dei suoi schemi di interpretazione della realtà.

L'Espressionismo dunque pone in primo piano il tema scottante del rapporto arte-società, che, accanto alla spregiudicata sperimentazione formale, sarà uno dei motivi conduttori della grande esperienza creativa e critica condotta dalle avanguardie.
In tutto il ricco panorama delle avanguardie novecentesche, infatti, la ricerca più che mai libera sul piano della invenzione formale e l'analisi rigorosa dei valori strutturali del linguaggio artistico, non sono mai disgiunti da una riflessione approfondita sulla funzione sociale dell'arte e da un intento radicalmente critico e ferocemente derisorio nei confronti dell'ordine costituito.
In sostanza si batta della denuncia dell'arretratezza e degli squilibri della società, nonché delle grandi storture della storia: la guerra, la repressione, I'intolleranza, il razzismo.

Ormai il consolidamento e il perfezionamento tecnologico del sistema capitalistico cominciano a prefigurare il destino inesorabile dell'uomo contemporaneo: il suo asservimento ad un meccanismo di gigantesche proporzioni che lo trascende e che gli impone ritmi di lavoro e regole di vita che gli sono estranee e di cui non può afferrare la logica.
L'alienazione, I'impossibilità di compiere un'esperienza autentica e partecipata della realtà divengono i temibili spettri che cominciano ad incombere sulla condizione dell'individuo, calato nella realtà soffocante del sistema di produzione moderno.
E per questo che nessuna delle avanguardie, sia pure nell'estrema diversità dei presupposti teorici e degli esiti espressivi di ciascuna, rinuncerà ad una ricerca accanita delle sorgenti vere della creatività dell'uomo, cercando di accostarsi quanto più possibile alla dimensione nascente della sua soggettività e al patrimonio, ormai remoto e nascosto, della sua esperienza vergine.

Denominatore comune delle avanguardie è dunque una profonda consapevolezza storica, una sintonia con le richieste essenziali e con le problematiche più tormentose dell'uomo moderno e un severo atteggiamento critico rivolto impietosamente verso il quadro politico-sociale. Questo impegno dà luogo ad una clamorosa "rottura formale", in grado di rivelare aspetti nuovi della realtà, schiudendo inimmaginati orizzonti e liberando la coscienza dell'uomo.

Le avanguardie sono infatti tutte animate da un serio intento conoscitivo, connesso alla funzione analitico-costruttiva dell'arte, e. nel contempo, da un ambizioso progetto morale di liberazione dell'uomo, che, dal piano teorico, mira a convertire la propria incidenza anche su
quello più concreto dell'attivismo politico e dell'impegno civile.
Anche qui non mancano però le posizioni contrastanti: alla positività del Cubismo e di certe correnti dell'astrattismo, fa riscontro la teorizzazione della totale negatività e assurdità dell'arte nel Dadaismo e, in certa misura, anche nel Surrealismo, che, pure, mantengono sempre in posizione centrale la questione focale del rapporto individuo-società.


VEDI ANCHE . . .








AVANGUARDIE - CUBISMO (Avant-gardes - Cubism)

$
0
0
 Case all'Eustaque - Braque

AVANGUARDIE - CUBISMO

Il Cubismo rappresenta una delle più sconvolgenti rivoluzioni del linguaggio pittorico novecentesco. Affermatosi a partire dai primi anni del secolo con le personalità dominanti di Picasso e Braque, dalla cui assidua collaborazione sono scaturite le opere più significative e scandalose del movimento, fu caratterizzato da un'intensa elaborazione teorica e da una spregiudicata sperimentazione formale che ne spiegano la sconcertante visione spaziale. 
Nonostante la dirompente novità del linguaggio cubista, non sarebbe possibile intenderne il valore di rottura e i propositi di radicale sovvertimento delle convenzioni figurative tradizionali, senza fare riferimento a precedenti, fondamentali esperienze che hanno costituito il fertile terreno di alimentazione di questo straordinario fenomeno artistico. 
In primo luogo la visione dello spazio di Cézanne, basata sulla scomposizione degli oggetti in una fitta trama di pennellate di colore e spessore diverso; in secondo luogo l'esperienza cardine di Rousseau, tesa al superamento di tutte le tradizionali tecniche di rappresentazione (prospettiva, definizione plastica dei corpi, tonalismo) come liberazione della visione da tutti i filtri della razionalità; e, infine, la scultura negra, caratterizzata dall'esaltazione della forma assoluta dell'oggetto che, simile a un feticcio, implica e risolve in sé tutto lo spazio circostante. In effetti i motivi fondamentali della rivoluzione cubista non possono essere intesi senza il richiamo a quel complesso di esperienze inquadrabili entro il grande rinnovamento pittorico novecentesco.

Ad un'analisi strutturale dei quadri di Picasso e di Braque emergono questi motivi comuni: l'abolizione del criterio prospettico del digradare delle grandezze e della ordinata successione dei piani secondo la piramide visiva; la messa in discussione di una regola universale di organizzazione strutturale dello spazio, a favore di un procedimento di disgregazione e successiva riaggregazione; I'abolizione dell'unicità del punto di vista e la sovrapposizione di scorci di oggetti, ripresi da angoli visuali diversi; la ricerca di una dimensione spazio-temporale unitaria mediante la rappresentazione simultanea, in una medesima porzione di spazio, di immagini colte in frazioni temporali successive. 
Nelle nature morte cubiste compaiono oggetti di uso quotidiano, profondamente radicati nella consuetudine percettiva (bicchieri, piatti, bottiglie, strumenti musicali, carte da gioco, frutti), che vengono utilizzati come puri pretesti, e che risultano tanto più deformati e irriconoscibili quanto più sono presenti nella nostra quotidiana esperienza. 
Ecco il senso profondo del cubismo: rimuovere tutti gli schemi logori del nostro rapporto percettivo col mondo e della razionalità imposta alla visione, per ricreare gli oggetti secondo rigorosi criteri di definizione strutturale, non riferibili però alle sembianze della realtà esterna, bensì a un ordine che è proprio del solo oggetto artistico.


VEDI ANCHE . . .








AVANGUARDIE - FUTURISMO (Avant-garde - Futurism)

$
0
0
Dinamismo di un cane al guinzaglio (1912) Giacomo Balla

AVANGUARDIE - FUTURISMO

Il Futurismo è il primo e unico movimento d'avanguardia nel panorama dell'arte italiana: animato da un proposito di severa critica della cultura accademica e di rigetto della tradizione, giustifica il proprio progetto rivoluzionario facendo appello a motivazioni d'ordine ideologico-politico e ad intenti di spregiudicata sperimentazione stilistica. 
I futuristi infatti non distinguono tra le questioni che riguardano la sfera estetica e quella politica, creando continue interferenze fra clamorose prese di posizione ideologica nelle questioni più scottanti del dibattito politico (interventismo, socialismo ecc.) e, d'altro canto, il riferimento alle esperienze più avanzate e dirompenti del panorama artistico europeo (impressionismo, cubismo, astrattismo). Ciò dà luogo a un quadro estremamente mosso e agitato da posizioni diverse e spesso violentemente contraddittorie. 

L'atto di nascita del Futurismo italiano è il manifesto di Filippo Tommaso Marinetti, che, incentrato sulle questioni letterarie, darà poi impulso a una fervida animazione in tutti i campi dell'arte fino ad arrivare ai settori specialistici dello spettacolo (scenografia, regia teatrale e cinematografia), anticipando uno dei temi qualificanti delle avanguardie artistiche del Novecento, ossia l'interdipendenza dei vari linguaggi artistici. 

Le personalità dominanti dell'arte futurista sono Giacomo Balla (Torino, 18 luglio 1871 – Roma, 1º marzo 1958)...., Umberto Boccioni (Reggio Calabria, 19 ottobre 1882 – Chievo, 17 agosto 1916) e Carlo Carrà (Quargnento, 11 febbraio 1881 – Milano, 13 aprile 1966).
Tutti prendono le mosse dal nucleo dell'esperienza cubista, valorizzata in quanto analisi rigorosa dell'equilibrio strutturale del quadro, concepito come interazione dei valori di spazio e tempo, e di spazio e oggetti, posti in una relazione continua.
Questa impostazione, che pure ha condotto ad esiti di straordinaria efficacia innovativa, è rimasta però ancorata, secondo la critica mossa dai futuristi, ad una esigenza primaria di razionalismo, che inquadra l'esperienza cubista all'interno di coordinate culturali che si possono definire di classicismo rinascimentale. 
Per i futuristi conviene invece puntare I'attenzione sul trauma dell'emozione, come contatto fulmineo e sempre diverso, nei casi infiniti della percezione, tra il soggetto e una realtà multiforme e in movimento. Ciò conduce alla esaltazione della sfera sensoria mediante la creazione di effetti travolgenti di dinamismo e velocità. 

La ricerca plastica di Boccioni punta proprio alla sintesi dl figure in movimento e dell'elemento spaziale in cui sono immerse, come funzione di un rapporto di forze in contrasto, analizzabili in spinte e resistenze, impulsi e attriti, che arrivano a stravolgere la forma del corpo quale è percepita nell'istante scioccante della visione.

Analogamente in Balla la ricerca pittorica mira alla resa del movimento degli oggetti e di una velocità vertiginosa e sfrecciante, ottenuta attraverso la scomposizione del movimento in immagini colte in frazioni di tempo successive e presentate simultaneamente alla visione (esemplare il gioco delle zampe e della coda del cane in Dinamismo di un cane al guinzaglio) e la totale dissoluzione dell'oggetto in una scomposizione di linee ed onde di moto a creare un ritmo dinamico vorticoso (evidente in Automobile in corsa).


VEDI ANCHE . . .





M - STORIA DELL'ARTE- I grandi artisti (M - Art History - The great artists)

$
0
0
Grande nudo disteso (1917) - Amedeo Modigliani

A - B - C - D - E - F - G - H - I - J - K - L - M - N - O - P - Q - R - S - T - U - V - W - X - Y - Z
(In costruzione)


MANTEGNA Andrea (Vedi biografia)

Pittore italiano (Isola di Carturo, Padova 1431 - Mantova 1506).
Di umile origine, della sua vita non si sa quasi nulla all'infuori di qualche rara notizia, come il suo matrimonio con Niccolosa, figlia di Jacopo Bellini, che gli diede due figli, dei quali Francesco fu pure pittore. 
Accolto tredicenne come discepolo e figlio adottivo dallo Squarcione, cominciò a segnalarsi fin da giovane con i suoi dipinti, lavorando per lo più a Padova. 
Nel 1460 Mantegna lasciò il Veneto e si trasferì a Mantova, presso gli Estensi, decorandone il Palazzo. Dopo un brevissimo soggiorno a Roma, ritornò a Mantova, dove morì.


MARTINI Simone (Vedi biografia)

Pittore italiano (Siena 1283 - Avignone 1344).
Le notizie relative alla sua vita sono piuttosto scarse. Dopo aver lavorato durante gli anni giovanili a Siena, si trasferì a Napoli, al servizio di Roberto d'Angiò, quindi a Orvieto e ad Assisi. Successivamente si stabilì ad Avignone dove eseguì per il Petrarca un ritratto di Laura e dove esercitò una profonda influenza sull'arte provenzale.


MASACCIO, Tommaso di ser Giovanni di Monte Cassai (Vedi biografia)

Pittore italiano (S. Giovanni Valdarno 1401 - Roma 1428 circa).
Le prime notizie certe di questo artista riguardano la sua iscrizione all'Arte dei medici e degli speziali nel 1422 e alla Compagnia di S. Luca due anni dopo; ebbe un fratello minore, Giovanni, detto lo Scheggia, anch'egli pittore. 
Fu stretto collaboratore di Masolino da Panicale, con cui lavorò agli affreschi della cappella Brancacci a Santa Maria del Carmine di Firenze. 
Tra il 1425 e il 1428, a Roma, decorò la cappella di San Clemente e dipinse il trittico a doppia facciata per Santa Maria Maggiore.


MODIGLIANI Amedeo (Vedi biografia) 

Pittore e scultore italiano (Livorno 1884 - Parigi 1920)
Dopo aver studiato a Livorno, Firenze, Roma e Venezia, nel 1906 raggiunse Parigi, dove entrò in contatto con le esperienze pittoriche dei cubisti; ben presto però il giovane artista si staccò da questi modi pittorici per esprimersi in una forma completamente personale. Modigliani trascorse una tragica esistenza, tormentata dalla malattia, dalla disperazione e dedita all'alcool.


MORANDI Giorgio (Vedi biografia)

Pittore ed incisore italiano (Bologna 1890 - 1964).
Allievo dell'Accademia di belle arti a Bologna, vi svolse più tardi I'attività di insegnante d'incisione. 
Nelle sue prime opere denota un evidente rapporto con il futurismo, alla cui Esposizione romana del 1914 prese parte. Si distinse nel campo pittorico per le sue rappresentazioni di nature morte e per i suoi paesaggi.



BATTESIMO DI CRISTO (Baptism of Christ) - Verrocchio e Leonardo

$
0
0
BATTESIMO DI CRISTO (1475-1478)
Firenze, Galleria degli Uffizi
Olio su tela cm 177 x 151

Si tratta del dipinto al quale Leonardo collaborò nella bottega del Verrocchio. La tavola era destinata al monastero di San Salvi a Firenze, dove nel Cinquecento è documentata come "Battesimo di Cristo del Verrocchio", ma anche come "uno angiolo di Leonardo da Vinci". 
E infatti è proprio nell'angelo di sinistra, posto di spalle e colto nell'atto di girarsi verso destra, che è sempre stato riconosciuto l'intervento di Leonardo all'interno dell'opera del suo maestro.
In realtà il dipinto del Battesimo di Cristo si configura come I'esempio tipico di un'opera uscita dalla bottega del Verrocchio, dove il lavoro si svolgeva in cooperazione tra maestro e allievi senza che fosse importante distinguere fra loro gli interventi delle diverse mani.
Una volta ricevuta la commissione, il Verrocchio doveva aver impostato le due figure principali del Cristo e del san Giovanni Battista, lasciando poi agli allievi il compito di completare la tavola. Il dipinto, infatti, rivela la partecipazione non solo di Leonardo ma anche di altri pittori.




L'angelo di destra potrebbe essere stato dipinto da Sandro Botticelli, anche lui allievo del Verrocchio insieme a Leonardo. All'interno del quadro sono poi individuabili alcune parti da attribuire a una mano di livello più basso, e queste riguardano la palma sulla estrema sinistra, le rocce sulla destra e le mani del Dio Padre al centro in alto, tutti brani caratterizzati da un'estrema rigidezza e convenzionalità. 
In contrasto con tanta mancanza di naturalezza si inserisce I'intervento ad opera di Leonardo.

Nel racconto del Vasari l'episodio risalirebbe alle prime prove dell'allievo condotte ancora sotto I'occhio vigile del maestro Andrea del Verrocchio "il quale facendo una tavola, dove san Giovanni battezzava Cristo, Lionardo lavorò un angelo che teneva alcune vesti; e benché fosse giovanetto lo condusse di tal maniera che molto meglio delle figure d'Andrea stava l'angelo di Lionardo; il che fu cagione ch'Andrea mai più non volle toccar colori, sdegnatosi che un fanciullo ne sapesse più di lui".

Naturalmente il Verrocchio dipinse ancora negli anni successivi, ma è pur vero che l'intervento di Leonardo rivela non solo una sapiente capacità esecutiva ma anche una notevole intelligenza compositiva. Infatti, oltre alla resa della figura ottenuta impiegando sottilmente la tecnica dello sfumato, l'introduzione dell'angelo di spalle risulta funzionale all'intera composizione del quadro. 
In realtà il dipinto fu eseguito intorno al 1475 e nel corso degli anni successivi, all'epoca in cui Leonardo lavorava già come pittore indipendente, ed è verosimile che proprio a lui fosse affidato l'incarico di completare l'opera. Un impresa non facile per il carattere composito del dipinto eseguito a più mani e per gli squilibri stilistici che ne derivavano. Così, l'invenzione dell'angelo che con un movimento di torsione gira la testa, indirizzando lo sguardo verso il volto di Cristo, crea una direttrice che dal margine esterno convoglia I'attenzione al centro. Questa soluzione permette di equilibrare la direttrice opposta costituita dall'intera figura del Battista. 




Ma non solo, la mano di Leonardo è riconoscibile anche nel brano di paesaggio che si scorge in lontananza al di sopra delle teste degli angeli. Qui il fiume Giordano, nelle cui acque si svolge la scena del Battesimo in primo piano, attraversa un'ampia valle e la lucentezza della sua superficie riflette il chiarore del cielo. 
Improvvisamente il gioco dei piani si articola in profondità, partendo dal dettaglio ravvicinato della pianta, che si staglia contro la superficie chiara delle vesti tenute dall'angelo, fino a raggiungere l'orizzonte lontano.




Le indagini radiografiche sul dipinto hanno rivelato la presenza di porzioni completate ad olio sopra la preparazione a tempera. Gli interventi ad olio riguardano proprio il volto dell'angelo di sinistra ed elementi del paesaggio sullo sfondo, ma anche i capelli e il corpo del Cristo. 
Sono infatti da assegnare a Leonardo gli effetti quasi impalpabili della capigliatura e un processo di velature successive applicate per conferire morbidezza all'anatomia della figura di Cristo. È qui che le ricerche hanno rivelato la traccia delle impronte digitali di Leonardo che lavorò la pittura direttamente con le dita.


VEDI ANCHE . . .

Michele di Francesco dei Cione detto il VERROCCHIO

BATTESIMO DI CRISTO - Verrocchio e Leonardo

LEONARDO DA VINCI - Vita e opere


AVANGUARDIE - DADAISMO (Avant-gardes - Dada)

$
0
0
L.H.O.O.Q. (1919)Marcel Duchamp
Collezione privata, New York
Olio su tela cm 19,7 x 12,4 19,7 cm × 12,4

La profonda revisione critica del Cubismo ne aveva posto in luce il tenace fondo razionalistico, che implicava il richiamo alla concezione tradizionale dell'arte come forma di conoscenza. In realtà la rivoluzione cubista si era interrotta a metà del suo cammino, portando sì ad una profonda revisione dei valori spaziali e a una critica della razionalità imposta alla visione, senza però riuscire a toccare i più radicati pregiudizi circa la funzione dell'arte e la natura del suo rapporto con la società e la storia. 
La posizione dei dadaisti è di totale rovesciamento e negazione dei valori tradizionali: l'arte non può avere una funzione, poiché la storia stessa non si sviluppa secondo un disegno preciso e una trama razionale, al contrario anzi la mercificazione dei rapporti sociali e gli orrori della guerra non sono che le inevitabili conseguenze del suo irrimediabile squilibrio. 
La vecchia equazione arte-forma viene drasticamente rifiutata dai dadaisti, che propongono di identificare l'arte con il processo stesso della sua produzione, ossia con il puro atto dell'artista, che si vuole ormai illogico e gratuito. I dadaisti sostengono infatti la totale assurdità e immotivazione dell'atto creativo, che estrae gli oggetti dai loro contesti abituali e ne snatura il significato e la funzione, presentandoli in situazioni insolite e in combinazioni sconcertanti, affinché da queste proposte paradossali si sprigioni una violenta carica di corrosione critica e di sarcasmo verso le forme e i valori codificati della società. 

Il primo a proporre un'arte che si qualifichi come anti-arte mediante il ripudio della rappresentazione e la riduzione del ruolo dell'artista al puro gesto, all'atto arbitrario e inutile, è Francis Picabia.
Sconvolgente è anche la novità rappresentata dalle opere di Duchamp, che, mescolando le tecniche più disparate e ideando le più stravaganti combinazioni di materiali e procedimenti grafici, crea oggetti che sfuggono ad ogni possibile classificazione entro uno specifico linguaggio artistico. Questi oggetti bizzarri e stravaganti assumono spesso la forma di un elaborato marchingegno che riproduce, ironizzandola e privandola di ogni utilità funzionale, la struttura complessa di una macchina: con tutta evidenza, questo procedimento dissacratorio mira alla dissoluzione di uno dei miti più trionfanti del primo Novecento. 

Il movimento Dada nasce nel 1916 a Zurigo, ad opera degli intellettuali confluiti nel circolo culturale noto come Cabaret Voltaire, le cui principali linee di tendenza sono ispirate agli intenti provocatori e alla carica derisoria degli interventi di Duchamp, oltre che alla ferocia critica degli sperimentalismi di Kurt Schwitters. 
Particolarmente significativi sono i ready-made (oggetti d'uso) di Duchamp, tipica espressione del rovesciamento dei valori e della messa in discussione di ogni criterio di discernimento e apprezzamento estetico, provocatoriamente perseguiti dai dadaisti. Qui Du-
champ presenta oggetti comuni della nostra quotidiana esperienza (ruota di bicicletta, spago, scolabottiglie) come opere d'arte, contestando così il principio stesso della creazione artistica e i criteri socialmente accettati di formulazione del giudizio estetico e di riconoscimento dei valori artistici.

AVANGUARDIE - ASTRATTISMO - Kandinskij, Mondrian (Avant-gardes - Abstract Art)

$
0
0
IMPROVVISAZIONE N° 26 - Vassili Kandinskij

ASTRATTISMO: Kandinsky, Mondrian

Primo Acquerello astratto realizzato nel 1910 da Wassili Kandinskij segna l'atto di nascita dell'astrattismo.
Questa decisiva tappa del rinnovamento del linguaggio pittorico approfondisce la linea di ricerca che, inaugurata con I'impressionismo e il cubismo, analizza il processo della conoscenza e porta alla valorizzazione dell'immagine non come specchio fedele della realtà, bensì come prodotto della coscienza.

L'astrattismo si propone dunque di risalire alla matrice del rapporto fra l'individuo e la realtà esterna, ossia all'istante iniziale del primo aprirsi degli occhi del bambino sul mondo.
Quest'istante coincide con la scoperta dello spazio e degli oggetti, come realtà staccate e diverse da sé. La percezione iniziale della realtà costituisce un'esperienza unica e irripetibile, il cui valore di sorpresa e di rivelazione non potrà mai essere riprodotto da qualsiasi altra successiva esperienza, inevitabilmente appannata dalla sovrapposizione di schemi mentali logorati dall'abitudine.
Da queste premesse si deduce facilmente la natura e lo scopo del difficile compito dell'artista: rimettersi in comunicazione con quella dimensione lontana per stabilire un contatto con i livelli più profondi della vita psichica, con gli strati più ricchi di informazioni e di tracce di una memoria primordiale, puntando alla riemersione di quel patrimonio di esperienza infantile che precede la fase dell'elaborazione intellettuale vera e propria.

Ecco perché Kandinskij rifiuta la forma come copia della realtà, ricercando invece la purezza del segno che, ancora privo di un significato razionale, rende visibile il 'gesto' creativo dell'artista, considerato come un prolungamento e una ritrascrizione della sua stessa vita psichica.
I segni di Kandinskij sono dunque macchie colorate, graduate nello spessore e nell'estensione, e linee di vario andamento, che suggeriscono un equilibrio di forze (dato dall'accostamento di colori che tendono ad espandersi o a contrarsi) e un ritmo di moto (suggerito dal tracciato grafico). 
Con Kandinskij dunque la nozione tradizionale di spazio viene sostituita dal concetto fisico di campo di forze, come vera e propria creazione di un frammento vivo di spazio. 
Per Kandinskij dunque l'arte è l'unica forma autentica di conoscenza, in grado di recuperare
Un'altra personalità fortemente rappresentativa di questa tendenza è l'olandese Piet Mondrian che, sempre partendo dalla lezione cubista, punta all'analisi rigorosa delle fondamentali strutture dell'organizzazione dello spazio: linea, piano e colore. Per Mondrian infatti lo stadio della percezione è sì il gradino preliminare senza il quale non può compiersi alcun processo conoscitivo, ma la vera conoscenza, ben lungi dall'esaurirsi in questa dimensione, si dà solo come superamento dei dati sensoriali mediante I'intervento della ragione e l'attività del pensiero. 
Dunque il primo livello della sensibilità viene filtrato attraverso quell'operazione mentale che attribuisce alla realtà percepita la struttura delle coordinate intellettuali: ecco perché i quadri di Mondrian hanno tutti un comune denominatore strutturale dato dalla rigorosa intersezione delle linee e dal lucidissimo disegno dei riquadri colorati, articolati in una gamma ristretta di colori fondamentali: rosso, giallo, blu, oltre al nero e al bianco, cui viene annesso il valore di luce ed ombra. 
Mondrian organizza le sue partiture spaziali ispirandosi a un ideale puramente intellettuale di rigore proporzionale e matematico: i tasselli di colore vengono graduati nell'intensità del tono (più caldo o più freddo) e nell'estensione del riquadro, al fine di creare un equilibrio compositivo impeccabilmente geometrico. 
La tesi intellettuale che anima lo sforzo creativo di Mondrian è la dimostrazione, al di là dei casi mutevoli della percezione, della costanza dell'ordine intellettuale della visione. 
Ma questo puro intellettualismo non resta fine a se stesso, bensì è animato da una profondissima preoccupazione morale, affinché da questo sforzo di razionalizzazione e di ricerca di una misura intellettuale, si possano trarre i presupposti per una rifondazione civile ed etica della società.




Swinging - Vassili Kandinskij 

Verso il 1927 le opere di Vassili Kandinskij (1866-1944), il grande pioniere della pittura astratta, sono costruite per mezzo di elementi quasi esclusivamente geometrici e sempre dai colori contrastanti: archi, cerchi, rettangoli, triangoli, quadrati. 



VEDI ANCHE . . .

PIONIERI DELL'ARTE RUSSA





AUSCHWITZ - La fabbrica della morte (The death factory)

$
0
0

AUSCHWITZ
LA FABBRICA DELLA MORTE

Il nome di Auschwitz non verrà mai dimenticato. 
Oggi si riferisce a una cittadina della Polonia meridionale, Oswiecim; durante la Seconda Guerra Mondiale fu teatro di crimini di un'ignominia senza precedenti: migliaia di vittime innocenti uccise col gas ogni giorno; sadici esperimenti effettuati su esseri umani; prigionieri metodicamente picchiati, affamati, fatti lavorare fino alla morte. 



Rudolf Höss

Tutto comincia con la costruzione, nel 1940, di un campo di concentramento di cui Rudolf Höss  è nominato comandante. 
All'inizio del 1941 si intraprendono lavori di ampliamento per ospitare deportati da far lavorare in una grande fabbrica di gomma sintetica della I. G. Farben installata nella vicina Monowitz, chiamata talvolta Auschwitz III. 
Si apre anche un campo satellite a Birkenau, detto Auschwitz II.
Nell'estate, ordini segreti di Himmler faranno di Auschwitz il principale luogo di sterminio degli Ebrei.



Birkenau

Nel febbraio 1942, nell'obitorio del campo principale, hanno luogo le prime esecuzioni con il gas. Perché non si venga a sapere nulla, si decide che le operazioni abbiano luogo a Birkenau. Vengono costruiti quattro grandi crematori; forni più piccoli vengono posti anche all'interno delle camere a gas per facilitare l'eliminazione dei corpi. 
L'agente mortale è il Zyklon B, venduto come pesticida.
Gli Ebrei vengono rastrellati in tutta Europa e condotti ad Auschwitz come bestiame. Essi provengono da diversi Paesi: Polonia, Germania, Francia, Paesi Bassi, Grecia; Cecoslovacchia, Ungheria, Belgio, Italia, Jugoslavia, Norvegia, oltre ai ghetti dell'Est occupato.




All'arrivo vengono divisi in due gruppi: quelli atti al lavoro e quelli destinati subito alle camere a gas. 
Si vedono scene strazianti di separazione delle coppie o delle madri dai bambini.
Per gli scampati si tratta solo di un rinvio: vengono sfruttati come schiavi.




La scoperta brutalità permette al sistema di funzionare.
Lunghe ore di lavoro e razioni insufficienti minano le forze dei prigionieri. La loro speranza di vita è di soli tre mesi; periodiche "selezioni" avviano i più stremati alle camere a gas; altri, indeboliti e malati, muoiono sul lavoro o nelle baracche sovraffollate. 

Höss definisce così il loro terrore: "Sanno, senza eccezione, che sono condannati a morte e che vivranno solo finché potranno lavorare".




I campi di Auschwitz sono scoperti dall'Armata Rossa nel gennaio 1945. I Tedeschi hanno distrutto gli archivi prima di ritirarsi, per questo non si hanno cifre esatte, anche se il numero stimato delle vittime varia da uno a due milioni.
Alcuni affermano che Auschwitz non è stato un caso unico. Ricordano altre stragi di massa, come quelle in Cambogia negli anni Settanta.
Ma i nazisti non hanno semplicemente fatto scomparire i loro avversari politici: hanno pianificato I'eliminazione di un intero popolo per ragioni razziali.



Pianta di Auschwitz, la fabbrica della morte
  


AVANGUARDIE - SURREALISMO (Avant-gardes - Surrealism)

$
0
0
La persistenza della memoria - Salvador Dalì (Vedi scheda)
                           
Il surrealismo nasce a Parigi nel 1924  con il  che, prendendo le mosse dai principi e dai metodi dell'indagine psicoanalitica di Freud, mette in primo piano il valore dell'inconscio, come essenziale esperienza conoscitiva connessa all'esplorazione dei livelli profondi e sommersi del pensiero.

Il linguaggio dell'inconscio procede per immagini, distruggendo, come nel sogno, ogni legame con i dati oggettivi della realtà per stabilire un ordine alternativo fondato sulla trasgressione continua dei legami logici. Questa nuova dimensione si fonda sull'istituzione di richiami associativi e di allusioni simboliche, che prendono corpo esclusivamente nella assoluta libertà espressiva dell'immagine. 
Il surrealismo si pone come ultimo sviluppo di un'intera linea di ricerca che, inaugurata con l'introspezione psicologica del Romanticismo e approfondita attraverso il rinnovamento linguistico ed espressivo operato dal Simbolismorifluisce nelle sperimentazioni ardite delle avanguardie artistiche (cubismo e dadaismo), in cui i due poli della realtà psichica e del mondo esterno vengono stretti in un legame di interdipendenza, dando luogo alla scompaginazione dei criteri abituali di rappresentazione.

Il surrealismo tenta dunque di mettersi in sintonia con i meccanismi complessi del funzionamento del pensiero, al fine di ritrascriverne l'assidua attività immaginativa, basata sul materiale illogico ed apparentemente assurdo delle immagini mentali, che trovano così nella specificità del linguaggio artistico la sede ideale della loro analisi ed espressione. 
L'arte sola, infatti, è lo strumento congeniale alla riproduzione dei materiali e dei criteri di organizzazione del pensiero. 
I surrealisti, spinti dall'esigenza espressiva di istituire una rispondenza autentica tra i livelli profondi dell'attività psichica e il gesto ''creativo'' dell'artista, furono portati a sperimentare nuove tecniche: dal frottage (strofinamento della matita sulla superficie ruvida del foglio di carta) di Max Ernst al collage, e dai fotomontaggi di Man Ray fino ad arrivare alla scultura biomodica di Hans Arp ed organica di Henry Moore

quadri di Max Ernst propongono la combinazione di elementi disparati, aggregati in un contesto assurdo e sconcertante; Mirò tende, attraverso l'affinamento di una tecnica immediata ed efficace, al prelevamento e alla riproduzione ''fedele" di immagini direttamente tratte dagli stati profondi della psiche e che si manifestano nella evidenza della superficie pittorica; Salvador Dalì deforma le apparenze oggettive del reale attribuendo alle cose misteriosi significati in ambientazioni estranee o addirittura inventa oggetti assurdi, privi di qualunque funzione, a cui sono attribuite sembianze o caratteristiche formali sccincertanti, anche ispirate a parti del corpo umano o ad oggetti di altra natura.


VEDI ANCHE . . .

PIONIERI DELL'ARTE RUSSA





RENATO GUTTUSO - ARTE REALISTICA (Realistic art)

$
0
0
Profilo, 1956 (Fondazione Cariplo)

Renato Guttuso: la necessità di un'arte realistica

Negli anni trenta in Italia alcuni artisti cominciarono a reagire al clima dominante, troppo legato al passato sia per i temi sia per lo stile, e proposero opere più direttamente partecipi dell'attualità e dipinte con una tecnica meno convenzionale. Tra questi il siciliano Renato Guttuso, all'anagrafe Aldo Renato Guttuso (Bagheria, 26 dicembre 1911 – Roma, 18 gennaio 1987), che allora viveva tra Roma e Milano, svolgendo un prezioso ruolo di collegamento fra gli artisti più giovani e anticonformisti della capitale e quelli che, nella metropoli lombarda, si riunivano nel raggruppamento di Corrente. 
Già allora Guttuso era un artista impegnato: rifiutava la pittura astratta, senza alcun riferimento con il reale, che allora si stava diffondendo anche in Italia, in nome di un'arte capace di affrontare i più drammatici e importanti temi dell'attualità. Così nel 1937 dipinse una Fucilazione in campagna, nel '41 una Crocifissione moderna che rifletteva il dramma della guerra e, terminato il conflitto, sostenne la necessità di un'arte realistica, considerata l'unica capace di contribuire alla soluzione dei concreti problemi della società. E fino alla morte, avvenuta nel 1987, Guttuso continuò a partecipare al dibattito del suo tempo, con le opere e gli scritti.


L'occupazione delle terre incolte in Sicilia - Renato Guttuso

Un'opera che dimostro I'impegno politico di Guttuso, L'occupazione delle terre incolte in Sicilia, presentata alla Biennale di Venezia del 1950 in mezzo alle polemiche di chi rifiutava un'arte troppo legata all'attualità. Nella stessa sede Giuseppe Zigaina presentava tre tele dedicate ai braccianti del Friuli e Gabriele Mucchi una Legittima difesain cui si vedevano degli operai reagire, davanti alla loro fabbrica, alle forze dell'ordine.


Boogie-woogie - Renato Guttuso

L'occhio attento di Guttuso non trascura la condizione dei giovani, ne scruta le mode e i divertimenti, come si vede in questo Boogie-woogie.


Crocifissione - Renato Guttuso

La famosa Crocifissione dipinta da Guttuso nel 1941, che suscitò molte polemiche per il trattamento ben poco convenzionale del tema sacro: lo stile risente soprattutto del linguaggio modernissimo di Guernica, che Picasso aveva dipinto qualche anno prima. In
particolare, la Crocifissione attualizza I'evento sacro, che si svolge sullo sfondo di un mondo disperato e sconvolto; come scrive Guttuso: 
"Questo è tempo di guerra e di massacri: Abissinia, gas, forche, decapitazioni, Spagna, altrove. Voglio dipingere questo supplizio di Cristo come una scena d'oggi".



R - STORIA DELL'ARTE- I grandi artisti (R - Art History - The great artists)

$
0
0
Madonna della seggiola - Raffaello (Vedi scheda)

I GRANDI ARTISTI

A - B - C D - E - F - G - H - I - J - K - L - M - N - O - P - Q - R - S - T - U - V - W - X - Y - Z
(In costruzione)


RAFFAELLO Sanzio (Vedi biografia)

Pittore ed architetto italiano (Urbino 1483 - Roma 1520).
Fu, forse, giovanissimo, allievo del padre, Giovanni Santi, quindi, dopo la morte di questi, a Perugia nello studio del Perugino, col quale operò fino agli inizi del secolo XVI, affermandosi subito, nonostante la giovanissima età. Nel 1505 il giovane artista è a Firenze dove si intrattiene per un breve periodo, eseguendo il San Michele e il San Giorgio e I'affresco della Trinità, per la chiesa di San Lorenzo. Lasciata Firenze, si reca a Roma (1508) dove, su pressione del Bramante, lo aveva chiamato papa Giulio II. Qui viene affidato al giovane artista il compito di affrescare alcune pareti della stanza della Segnatura; dopo il successo di questi lavori, passò a dipingere anche altre Stanze vaticane. Raffaello ebbe modo di distinguersi anche nel campo architettonico: ricordiamo la cappella Chigi in S. Maria del Popolo, a Roma, e il Palazzo Pandolfini a Firenze.


ROSSO FIORENTINO Giovanni Battista di Jacopo (Vedi scheda)

Pittore (Firenze 1494 -Parigi 1540).
Si formò alla bottega di Andrea del Sarto ed in seguito subì I'influenza di Piero di Cosimo, maturando un'attitudine anticlassica.
Alcune sue opere sono: la Deposizione (1522), la Pala di S. Spirito (1522), Mosè e le figlie di Ietro.
Rimase a Firenze sino al 1523, poi si trasferì a Roma.
In seguito al Sacco di Roma (1527), il pittore fuggì prima a Perugia, poi a Città di Castello ove dipinse la Gloria di Cristo (1528-30), e, dopo una tappa breve a Venezia, si recò, invitato, alla corte di Francia dove divenne pittore ufficiale del re Francesco l, godendo di vari privilegi. 
A Fontainebleau decorò, tra il 1532 e il '35, insieme al Primaticcio, il padiglione di Pomona e nel 1534 iniziò la decorazione della galleria di Francesco I, compiuta nel 1537.
Eseguì inoltre disegni per mascherate, argenteria e apparati trionfali tra cui quelli allestiti per la venuta di Carlo V.




SUSANNA E I VECCHIONI (Susanna and the Elders) - Tintoretto

$
0
0
Susanna e i vecchioni (1557) Tintoretto
Kuruthistoris Museum - Vienna
Olio su tela cm  145 x 193

Durante gli anni Cinquanta del Cinquecento, Tintoretto alterna dipinti di soggetto mitologico con l'incessante produzione di immagini religiose. 
L'opera più affascinante di questo periodo è probabilmente la splendida Susanna e i vecchioni del Kunsthistorisches Museum di Vienna. 
Accostandosi ai toni chiari e ai sereni soggetti della contemporanea pittura del Veronese, Tintoretto frena la consueta foga luministica, e per rischiarare il corpo purissimo della fanciulla sceglie un delicato chiarore che filtra tra le fronde di un giardino. 
I due vecchioni che spiano la ragazza dalle estremità opposte di una spalliera di rose non turbano la serenità di un momento di sospesa poesia. 
Degna di nota è l'accurata descrizione degli oggetti da toilette sciorinati sul prato da Susanna, e la minuziosa analisi dell'acconciatura. 

Pur trattandosi di un tema biblico, Tintoretto interpreta il soggetto in moda delicatamente elegiaco: la nostra attenzione non è certo concentrata sui due vecchioni, che fanno capolino alle estremità della siepe fiorita sulla sinistra, ma sul luminoso corpo della fiorente Susanna presso la fontana zampillante. 
Gli oggetti da toilette della fanciulla sono stesi sul prato, e creano un capriccioso disordine: la luce naturale che filtra nel verde del giardino accresce il fascino di questo capolavoroo.






S - STORIA DELL'ARTE- I grandi artisti (S - Art History - The great artists)

$
0
0
 Predica e punizione dell'anticristo - Cappella di San Brizio (Luca Signorelli)

I GRANDI ARTISTI

A - B - C D - E - F - G - H - I - J - K - L - M - N - O - P - Q - R - S - T - U - V - W - X - Y - Z
(In costruzione)


SIGNORELLI Luca (Vedi biografia)

Pittore (Cortona 1450 circa - 1523).
Formatosi con Piero della Francesca, si interessò al Pollaioloa lui più congeniale.
Di questo periodo sono I'Annunciazione, la Flagellazione (1480), la Conversione di Saul (1479 circa), un riquadro della Sacrestia della Cura a Loreto, nella cui volta affrescò figure di angeli, evangelisti e dottori della Chiesa e, sulle pareti, il Cristo e gli apostoli.
Nel 1482 fu chiamato a Roma dove dipinse nella Cappella Sistina, assieme a Bartolomeo della Gatta, il Testamento e la Morte cli Mosè.
Altri affreschi importanti sono quelli del Chiostro di Monte Oliveto Maggiore (Storie di S. Benedetto, 1497) e della Cappella di S. Brizio nel Duomo di Orvieto (1499-1503) in cui riprese I'opera lasciata interrotta da Beato Angelico nel 1477, rappresentando le Storie dell'Anticristo, il Finimondo, l'Inferno e il Paradiso.
Da citare: la Sacra Conversazione (1484), la celebre e perduta Educazione di Pan (1488), la Circoncisione (1490) e la Sacra Famiglia (1495).

T - STORIA DELL'ARTE- I grandi artisti (T - Art History - The great artists)

$
0
0
Ratto di Europa (1541-42) - Tintoretto (Vedi scheda)

I GRANDI ARTISTI

A - B - C D - E - F - G - H - I - J - K - L - M - N - O - P - Q - R - S - T - U - V - W - X - Y - Z
(In costruzione)


TIEPOLO Giambattista (Vedi opera)

Pittore (Venezia 1696 - Madrid 1770).
Frequentò la bottega di Gregorio Lazzarini, ma presto si rese indipendente, subendo piuttosto I'influenza di Giambattista Piazzetta e Sebastiano Ricci.
Questo influsso si evidenzia nei violenti contrasti di luce delle sue prime opere: il Sacrificio d'lsacco (1715) e il Martirio di S. Bartolomeo (1721).
Perseverò in questo orientamento sino ad abbandonare il luminismo barocco per una luminosità totale: il colore-luce (ispirandosi al Veronese).
Nel 1725 eseguì la Gloria di S. Teresa e nel 1726 si recò a Udine, dove affrescò la Cappella del Santissimo Sacramento nel Duomo e il palazzo arcivescovile con storie bibliche.
Dal 1731 al '40 creò veri capolavori: affrescò a Milano le Storie di Scipione (1731), a Bergamo, nella cupola della Cappella Colleoni, le Storie del Battista ( 1733), a Venezia il soffitto della chiesa dei Gesuiti (1737-39), e, ancora a Milano, il soffitto di Palazzo Clerici (1740).
Dal 1740 al '43 fu a Venezia e lavorò alla Scuola dei Carmini, nel '43 affrescò la Villa Cordellina a Montecchio con Storie di Dario e di Scipione, e nel '46 Palazzo Libia a Venezia.
Chiamato a Würzburg (Franconia) decorò il Salone da pranzo con episodi della vita di Bartolomeo, e lo scalone con le Parti del Mondo della residenza del principe Vescovo (1750-53).
Nel '57 rientrò a Venezia e decorò, con episodi dell'Iliade, Eneide, Orlando Furioso e Gerusalemme Liberata, la Villa Valmarana.
Si recò anche in Spagna, chiamato dal re Carlo III, per decorare il nuovo Palazzo Reale, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita.


TINTORETTO, Jacopo Robusti (Vedi biografia)

Pittore (Venezia 1518-94).
Così chiamato a causa del mestiere del padre, tintore di panni, iniziò la sua attività intorno al 1540 e fu artista importantissimo in antagonismo con Tiziano.
Nel 1547 dipinse I'Ultima Cena e nel '48 il Miracolo dì S. Marco che libera lo schiavo, considerato il suo primo lavoro impegnativo. 
Tra il 1550 e il '53 esegui le Storie bibliche, tra cui I'Adamo ed Eva, la Proibizione del Pomo e Il Peccato.
Alle Storie bibliche sono da collegare la Liberazione di Arsinoe di Dresda e la bellissima Susanna e i vecchioni di Vienna, capolavoro di questo periodo.
Intorno al 1562 dipinse il Giudizio Universale, opera che si può raffrontare al Giudizio michelangiolesco.
Tra il 1564 e l'87 decorò la Sala Grande e la Sala Inferiore per la Scuola di S. Rocco, che fu la sua più grande impresa artistica e poetica.
Contemporaneamente dipinse altre opere a Palazzo Ducale, tra cui il Paradiso, considerata la più grande tela del mondo.


P - STORIA DELL'ARTE- I grandi artisti (P - Art History - The great artists)

$
0
0
Ercole e Anteo - Pollaiolo (Vedi scheda)

I GRANDI ARTISTI

A - B - C D - E - F - G - H - I - J - K - L - M - N - O - P - Q - R - S - T - U - V - W - X - Y - Z
(In costruzione)


PALLADIO Andrea (Vedi biografia)

Architetto italiano (Padova 1508 - Vicenza 1580).
E uno dei maggiori costruttori del Rinascimento. Dopo aver studiato a Roma I'architettura classica, il Palladio si stabilì a Vicenza, dove lasciò numerose sue opere, a cominciare dalla Basilica, fino alle celebri ville dei dintorni. L'incontro con l'umanista Gian Giorgio Trissino fu di capitale importanza: Andrea ricevette da questi consigli per lo studio dei monumenti antichi e per la lettura del De architectura di Vitruvio, di cui illustrò una nuova edizione.


PAOLO UCCELLO, Paolo di Dono (Vedi biografia)

Pittore italiano (Pratovecchio 1397 - Firenze 1475).
Aiuto di Lorenzo Ghiberti a Firenze, si trasferì a Venezia e forse anche a Padova, dove, in rapporto con queste scuole, si affermò per la sua abilità prospettica. Si distinse per la plasticità delle sue Battaglie, conservate tuttora agli Uffizi, al Louvre e alla National Gallery di Londra.


PARMIGIANINO - Francesco Mazzola (Vedi biografia)

Pittore italiano (Parma 1503 - Casalmaggiore 1540).
Figlio del pittore Filippo Mazzola, subì profondamente I'influsso del Correggio; trasferitosi a Roma, vi eseguì la Sacra Famiglia degli Uffizi ed altre opere. Fu successivamente a Bologna, Parma e, per un breve periodo, a Napoli. 
Il Parmigianino ha inoltre importanza nella storia dell'incisione poiché fu tra gli iniziatori della pratica dell'acquaforte.


PERUGINO, Pietro di Cristoforo Vannucci

Pittore italiano (Città della Pieve 1448 - Fontignano 1523).
Allievo di Piero della Francesca, fu condiscepolo di Leonardo alla scuola fiorentina del Verrocchio. Nel 1481 ricevette I'incarico di lavorare a Roma, in Vaticano, insieme al Botticellial Ghirlandaio
Lavorò in tutta Italia, lasciando ovunque le testimonianze della sua arte; ovunque ebbe allievi, tra i quali, particolarmente insigne, Raffaello
Operò soprattutto in Toscana e a Perugia, dove, nel 1500, decorava a fresco la Sala del Cambio; nel 1522 portò a termine in S. Severo a Perugia l'affresco di Raffaello della Gloria dei Santi, I'opera lasciata interrotta dall'immatura morte del suo più grande allievo. Mori di peste nel 1523.


PICASSO Pablo Ruiz (Vedi biografia)

Pittore spagnolo (Malaga 1881 - Mougins 1973).
Figlio di un insegnante di disegno, segue il padre a La Coruna, a Barcellona, e più tardi a Madrid, frequentando le locali scuole d'arte.
Nel 1900, dopo essersi già affermato tra le correnti moderne della pittura spagnola, va a Parigi, dove si stabilisce definitivamente nel 1904. 
Un viaggio in Italia fatto nel 1919 per curare a Roma la scenografia e i costumi dei balletti russi del Djagilev, lo pone a contatto con I'arte classica. 
Direttore del Museo del Prado per incarico del governo repubblicano, durante gli anni della guerra civile spagnola, dipinge, tra I'altro, Guernica, il più disperato grido di rivolta e commozione contro gli orrori della guerra. Questi temi saranno presenti durante tutto il periodo della seconda guerra mondiale. 
Installatosi, dopo la guerra, nella Francia meridionale, I'artista si dedicò alla scultura e all'incisione, alla litografia, all'acquerello e alla ceramica.


PIERO DELLA FRANCESCA, Pietro di Benedetto dei Franceschi (Vedi biografia)

Pittore italiano (Borgo San Sepolcro 1415-1492).
Allievo di Domenico Veneziano, forse sin dal 1430, fu con lui in diverse città della Toscana, delle Marche e dell'Umbria, finché, verso il 1442, oramai riconosciuto valido artista, cominciò ad ottenere le prime commissioni. Più tardi si allontanò dal paese natale e lavorò ad Urbino, Ferrara e a Rimini.
Verso il 1452, chiamato ad Arezzo, vi dipinse nel coro di S. Francesco la Storia della vera Croce.
L'attività dell'artista continuò poi in diverse località: a Roma, Perugia e Urbino, dove dipinse i ritratti di Federico da Montefeltro e di Battista Sforza.


PINTURICCHIO, Bernardino Betti

Pittore italiano (Perugia 1454 - Siena 1513).
Allievo probabilmente di Benedetto Bonfiglio e di Fiorenzo di Lorenzo, fu aiutante del Perugino, che seguì a Roma coadiuvandolo negli affreschi della Sistina; in questa città tornò poi altre volte eseguendo le decorazioni (oggi quasi completamente perdute) del Palazzo dei Penitenzieri, affreschi in palazzo Colonna e in Vaticano, oltreché il celebre ciclo dell'appartamento Borgia. 
Tornato da Roma, eseguì diversi lavori in Umbria. Da questo momento (1501) il Pinturicchio dimorò quasi esclusivamente a Siena, salvo un breve soggiorno a Roma, dove preparò le tele per il presbiterio di S. Maria del Popolo.


POLLAIOLO, Antonio di Jacopo Benci (Vedi biografia)

Pittore, scultore ed orafo italiano (Firenze 1432 circa - Roma 1498).
È ricordato in genere con il fratello Piero, che ne fu collaboratore in diverse opere. Dopo essersi affermato come orafo insieme con il fratello, Antonio si fece notare come incisore, sia fornendo disegni a Maso Fininguerra, sia incidendo egli stesso alcune op€re, come gli Ignudi combattenti
Ma dell'attività di orafo egli non si dimenticò mai, anzi essa appare sempre presente nelle sue opere di scultore e di pittore, che esaltano gli scatti dinamici e i profili lineari della figura umana (il bronzetto di Ercole e Anteo e il Profilo di donna).


E - STORIA DELL'ARTE- I grandi artisti (E - Art History - The great artists)

$
0
0
Scheletri che combattono per un aringhe in salamoia  (1891) James Ensor
 Museo Reale delle Belle Arti del Belgio, Bruxelles
Olio su tavola cm 16 x 21,5 cm 

I GRANDI ARTISTI

A - B - C D - E - F - G - H - I - J - K - L - M - N - O - P - Q - R - S - T - U - V - W - X - Y - Z
(In costruzione)


ENSOR James Sidney Edouard (Vedi biografia)

Pittore belga(Ostenda, 13 aprile 1860 – Ostenda, 19 novembre 1949)
Ensor al pari di Edvard Munch, permeò la sua pittura di una feroce polemica antiborghese. 
I temi di Ensor sono quelli del fantastico e del grottesco; indicativo, in questo senso, il grande dipinto, (m 2,58 x 4,31) L'entrata di Cristo a Bruxelles (1888).
In questo quadro l'artista realizza una crudele satira della società del suo tempo, resa attraverso un uso violento, aggressivo del colore e I'evocazione di immagini di tipo espressionista.


Viewing all 570 articles
Browse latest View live




Latest Images